Credo che questo sia stato uno degli shooting più “challenging”, tosti e al tempo stesso stimolanti mai realizzato nella mia carriera da fotografa.
E’ stato prodotto per presentare la nuova collezione del brand Malaika.
Malaika nasce dall’amore di Barbara, la sua fondatrice, per più culture, da quella africana, il legame più profondo e radicato, che dà il nome stesso di “angelo, bellezza” in Shwahili al brand, a quella europea, indonesiana ed americana.
I capi di abbigliamento di questa nuova collezione, in particolare, celebrano l’amore per l’Indonesia, luogo in cui la fondatrice ha vissuto parte della sua vita, e lo fanno attraverso simboli e tessuti che sono parte integrante di questa affascinante cultura, come i batik, tessuti realizzati con una particolare tecnica che prevede l’utilizzo della cera calda per “mascherare” le parti che non devono essere colorate, ottenendo degli effetti e dei pattern particolarissimi e unici. Barbara ha scelto di utilizzare vari tessuti batik per arricchire i capi, ognuno con motivi e colori differenti, facenti tutti parte della sua vasta collezione arricchita anno dopo anno, viaggio dopo viaggio.
Le tute presentate nella collezione sono state realizzate a mano con tessuti pregiatissimi come cotone 100% italiano e crepe de chine, nel caso di quella blu. Tutte e tre sono state ideate con tagli e abbinamenti colori differenti: ognuna è un pezzo unico, decorate non solo dagli splendidi dipinti realizzati dalla pittrice Sarah Bowyer, ma anche da una particolarissima cintura in stoffa, anch’essa decorata, che può essere indossata allacciandola sia sul davanti, sia sul retro.
Il secondo pezzo di punta della collezione è il cappotto lungo, con revers e fodera in tessuto batik, lo stesso con cui sono foderati i bottoni a vista. La cura per il dettaglio che Barbara mette nello studio di ogni singolo capo è altissima e ineccepibile: ognuno di esso diventa non solo unico nel suo genere ma un vero e proprio pezzo d’arte. Osservando i cappotti a 360° si notano una quantità di dettagli incredibili, alcuni più evidenti, altri più sottili e nascosti: come nel caso del cappotto grigio indossato da Flavia, che al suo interno rivela una mappa dell’Indonesia dipinta a mano.
Sul retro, invece, è presente il dipinto del “Garuda”, simbolo dell’Indonesia, accompagnato dalla scritta “Bhinneka Tunggal Ika”: è il motto dell’Indonesia, che significa “Unity through Diversity”, “Unicità nella Diversità”. Questo concetto riassume in modo esemplare il cuore di Malaika e di Barbara stessa, che ha vissuto in tanti luoghi, tanti continenti diversissimi l’uno dall’altro per usanze, lingua, cultura, società, ma che convivono splendidamente in ogni pezzo concepito, che racconta un pezzo di storia tratto da ognuno di questi luoghi, allo stesso modo in cui l’aquila del Garuda unisce in sè tutte le numerose etnie e culture che convivono in Indonesia.
Barbara questa volta ha scelto come location una villa splendida situata a Mango, immersa nelle suggestive zone vitivinicole delle Langhe. Anche questa scelta non è stata casuale, questo luogo infatti racconta un pezzo importantissimo della storia della fondatrice, un legame del passato che vive e vivrà per sempre nel futuro, e che ora è legato anche alla storia di Malaika.
Villa Althea è un relais molto particolare, dallo stile ricco e opulente, con tante camere tutte diverse tra loro, ognuna con un tema e un abbinamento colore diverso. Oltre alle stanze avevamo a disposizione molti altri spazi, tutti incantevoli, sia all’aperto che al chiuso. Ero davvero entusiasta all’idea di scattare in questo posto. Non ho avuto la possibilità di fare un sopralluogo prima del giorno dello shooting. Mi sono affidata principalmente alle foto trovate sul sito ufficiale della struttura. Insieme a Barbara ho iniziato a stilare un elenco degli spazi che più ci sembravano adatti al nostro scopo. La nostra paura era di arrivare impreparate e venire sopraffatte dalla ricchezza del luogo, rischiando di avere talmente tante cose a disposizione, da non riuscire a sfruttarne bene neanche una.
Il nostro piano prevedeva perciò un utilizzo selettivo delle camere, ognuna affidata ad una ragazza per gli scatti singoli, l’unica certezza che avevamo entrambe era di voler sfruttare la maestosa piscina al chiuso per gli scatti di gruppo.
Nonostante questa preparazione iniziale, questo “schema” già chiaramente presente nella mia mente, appena entrata nella struttura sono stata come investita da molte sensazioni: stupore, meraviglia, ansia. Avere così tanti spazi a disposizione può essere controproducente. Vorresti poterli usare tutti, fare qualcosa di bello ovunque, dalle scale al tavolo da biliardo, dal giardino pieno di piante esotiche al salotto. Il tempo a nostra disposizione era poco, la giornata uggiosa e nuvolosa, quindi poca luce filtrava dalle finestre e gli ambienti erano quasi tutti molto bui. E’ stato assolutamente necessario l’utilizzo di luci artificiali per realizzare questo shooting, cosa per me abbastanza inusuale, in quanto abituata a sfruttare il più possibile la luce naturale.
Ho utilizzato principalmente le lampade a luce neutra che avevo portato, ma in alcuni casi sono riuscita ad integrare le scene con le luci presenti nelle camere, soprattutto abat jour a luce calda che hanno reso gli scatti più intimi, avvolgenti. Anche stavolta ho scattato con tre modelle diverse: Flavia, Matha e Federica. Anche questo ha contribuito a rendere lo shooting complesso da gestire: tante modelle, vari cambi d’abito, tanti spazi a disposizione, tante possibilità da scegliere in breve tempo. In questi situazioni ci si ritrova a dover fare delle scelte tempestive, intuitive, che si spera possano essere il più giuste possibile. Dove posiziono la luce? Che posa scelgo per la modella? Devo fare in modo che il protagonista principale della fotografia sia il capo, perciò devo controllare in fase di scatto che sia tutto a posto, non ci siano troppe pieghe, gli elementi decorativi non siano fuori fuoco, che sia tutto armonioso con l’ambiente. Per non parlare dell’attenzione che si deve fare a tutti gli elementi di disturbo, che naturalmente si trovano in ambienti vissuti dalle persone: prese della corrente, interruttori della luce, mobilio che non sta bene nel contesto.
Sono soddisfatta di questo lavoro. Pensare alle difficoltà che mi si sono presentate e pensare di essere riuscite -spero- a risolverle tutte e a portare a casa un buon progetto, mi rende estremamente fiera, mi fa sentire competente e forte. Sono riuscita a gestire uno shooting del genere con un team di sole donne, ognuna ha messo in campo la propria bravura e la propria creatività e il risultato è, a parer mio, ottimo e professionale. Ringrazio ancora Barbara per avermi dato nuovamente fiducia affidandomi questo incarico, ma anche Sarah, pittrice e in questo caso makeup artist, e le tre modelle Federica, Matha e Flavia per aver collaborato con noi per produrre questo editoriale, oltre che per avermi aiutata in varie occasioni e avermi sopportato anche nei miei momenti più nervosi.
Per quanto riguarda l’editing, sono anche in questo caso molto soddisfatta del risultato finale. Mi sono davvero sbizzarrita, scegliendo caso per caso, scatto per scatto, ambiente per ambiente, quale tipo di color correction applicare. In alcuni casi ho usato una color calda, sui toni dell’arancio, marrone, rosso. In altri una color più fredda, sui toni del verde, dell’azzurro, del magenta. Quello che ho notato è che tutti gli scatti, per quanto realizzati in luoghi anche molto diversi tra di loro, sono accomunati da due elementi: il colore verde, declinato in diverse sfumature, e soprattutto la presenza di elementi naturali e floreali. Dalla carta da parati della stanza in cui ho scattato con Flavia, alle decorazioni sulla stufa in ghisa del salotto scelto per Federica, ai quadri appesi nelle camere di Matha. Per non parlare poi delle piante che arredano la ricchissima piscina. Mi piace che questa presenza silenziosa unisca tra di loro tutti gli scatti, creando una sorta di filo conduttore.
Proprio per la presenza di scatti e di color correction molto diversi tra di loro, mi è venuta l’idea di associare ad ogni situazione affrontata una diversa color palette, ottenuta utilizzando il sito Kuler, un app di Adobe che permette di ottenere palette di colori di vario tipo, anche partendo da immagini personali.
Per quanto riguarda l’attrezzatura, ho scattato con la mia amata Nikon d610 e con l’ottica Nikkor 50mm f/1.8D. Per quanto apprezzi molto questa ottica, che è davvero un tuttofare, in questa situazione mi è stata un po’ stretta, letteralmente: 50mm non erano abbastanza per inglobare alcuni degli spazi, soprattutto le camere da letto, in cui non avevo la possibilità di allontanarmi abbastanza dal soggetto per includere più sfondo. Spero di riuscire ad integrare il mio corredo fotografico con un’ottica più grandangolare, il prima possibile. Le luci artificiali che ho utilizzato sono lampadine a spirale a luce naturale 5500K, integrate con ombrelli diffusori neri e argento del diametro di 84 cm.
Credits
Brand: Malaika | IG: @malaika019 | SITO: https://www.malaika.biz/
Models: Flavia F., Matha A., Federica D.
Painter and makeup artist: Sarah Bowyer | IG: @sarahbowyerart | SITO: https://www.saatchiart.com/BowyerSarah
Location: Villa Althea | SITO: http://www.villaalthea.it/http://www.villaalthea.it